Impianti fotovoltaici - descrizione di massima
Connessi in
rete
Quando si parla di impianti
fotovoltaici, la nostra mente si orienta immediatamente ad impianti
connessi in rete, detti anche “on grid”.
Sono i più diffusi. Il loro
funzionamento è molto semplice: il campo fotovoltaico eroga corrente
continua, in genere ad alta tensione (i moduli vengono collegati in
serie), un successivo inverter trasforma la corrente continua
in corrente alternata 220V - 50Hz in fase con la rete.
Un particolare sistema detto
interfaccia di protezione, che può essere interno
all’inverter, provvede a leggere la presenza della tensione di
rete; in caso essa sia assente, l’inverter blocca la sua attività.
Questo evita che si possa immettere in rete energia elettrica che
potrebbe folgorare un operatore che stà operando sulla linea esterna
alla nostra abitazione.
Tramite l’impianto in grid non si fa
altro che “vendere” al gestore il nostro surplus di energia.
L’immissione in rete dell’energia prodotta è immediata. Sono
presenti due contatori, uno che legge i consumi ed altro l' energia prodotta.
Stand alone
Sono impianti non connessi in rete (il
termine stand alone significa stà in piedi da se) , detti anche off grid.
Sono i meno diffusi, poco noti e in
molti ne sono addirittura ignari. Sono leggermente più complessi da
realizzare ma, di contro, presentano enorme flessibilità.
Sono utilizzabili in migliaia di
applicazioni e regalano agli installatori, ma in special modo all’
Hobbysta enormi soddisfazioni.
Il modulo fotovoltaico o il campo eroga
energia elettrica, sempre in corrente continua, l’energia prodotta
è convogliata ad un regolatore di carica che provvede ad
inviarla alla batteria (o gruppo di batterie) per poi essere
utilizzata.
Il regolatore è il cuore del sistema,
in genere ha tre connessioni:
- Ingresso tensione erogata dai moduli;
- Connessione per batteria (è una connessione del tipo bidirezionale in-out);
- Uscita utilizzatori a bassa tensione in corrente continua
Il componente ha il compito di
controllare lo stato della batteria proteggendola da eccessi di
carica o scarica. Quando la batteria è carica, il regolatore blocca
la corrente proveniente dal modulo fotovoltaico. Mentre la batteria
cede tensione agli utilizzatori, scaricandosi, al raggiungimento di
una certa soglia, il regolatore permette al modulo di cedere corrente
alla batteria stessa, ricaricandola.
Simile protezione è presente
all’uscita lampade/utilizzatori; quando la batteria
raggiunge una certa soglia di scarica, il regolatore blocca l’uscita
carichi, per poi riabilitarla al raggiungimento della carica.
Un eventuale inverter provvede a
trasformare la corrente continua in corrente alternata 220V 50Hz.
Esso va connesso direttamente alla batteria in quanto è provvisto
anch’esso di opportuna protezione che ne blocca l’attività
quando legge basso voltaggio in batteria (in genere viene emesso un
segnale acustico).
Avvertenza !!! mai collegare
l’ingresso inverter all’uscita lampada di un regolatore in quanto
esso non eroga sufficiente potenza (vedremo in seguito il perché).
Anche se risultano più costosi degli
impianti on grid, a causa del costo delle batterie, gli impianti
stand alone permettono enormi risparmi ed indipendenza.
Adatti a piccole e medie utenze, non
disdicono l’utilizzo in grandi impianti. Stà alla fantasia
dell’utilizzatore trovare l’applicazione più consona.
Nel blog parleremo esclusivamente di
questo tipo di impianto, visitate spesso la pagina, essa sarà
aggiornata di continuo con schemi, calcoli, impressioni e tutto ciò
che occorre per permettere al lettore di affrontare passo-passo una
propria realizzazione.
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